Martedì, 13 novembre 2018, ore 21:00
Palazzo delle Esposizioni
Sala Cinema, Scalinata di via Milano 9
Sala Cinema, Scalinata di via Milano 9
(Ingresso libero sino a esaurimento posti)
Film: "La madre dei Re"
Matka Królów, Polonia 1982-1987, di Janusz Zaorski,
con Magda Teresa Wójcik, Zbigniew
Zapasiewicz, Franciszek Pieczka
b/n, durata: 127’, 35mm VO sott. italiani
Bandito a lungo dal regime comunista, il
film di Zaorski rievoca 20 anni di storia polacca attraverso le struggenti
vicende di una madre sola con quattro figli: a proiettarlo per la prima volta
nel 1987 fu il Festival di Berlino, dove, osannato da critica e pubblico, vinse
l’Orso d’Argento. La rara copia 35mm presentata proviene dall’Istituto Polacco
di Roma.
Janusz Zaorski (Varsavia, 19 settembre 1947). Considerato vicino al cosiddetto “cinema dell’inquietudine morale” (insieme ad altri autori come Andrzej Wajda, Krzysztof Zanussi, Krzysztof Kieślowski e Agnieszka Holland), il regista ricevette nel 1977 il Pardo d’Argento a Locarno per la miglior regia con il film Una stanza con vista sul mare, il Pardo d'Oro nel 1986 con il film Il lago di Costanza. Con La madre dei Re vinse l’Orso d’Argento al Festival di Berlino nel 1988.
Tra il 1965 e il 1969 ha studiato regia
alla Suola di Łódź. Durante gli studi ha assistito Gottfried Kolditz nella
Germania dell'Est nel film Das Tal der sieben Monde (1967) e ha lavorato come
stagista presso l'Associated British Pictures di Londra. Dopo il diploma, ha
assistito Janusz Morgenstern nella serie televisiva Kolumbowie. Il suo primo
lungometraggio è stato Fuggire il più vicino possibile (1971). “Mi sento un
regista che può raccontare qualsiasi aneddoto in modo professionale”, dichiarava
il regista nel 1985. E in effetti è vero. Nella filmografia di Zaorski ci sono film
seri, intellettuali, come Il lago di Costanza (1985, basato sulla difficile
prosa di Stanisław Dygat), drammi contemporanei come Fuggire il più vicino possibile
(1971) o Domande infantili (1981), film storici come La madre dei Re (1982), ma
anche film più leggeri, che si rifanno allo schema dei film d’azione, come Il
baritono (1984), commedie amare e tragicommedie come La promozione (1974) o Buona
New York (1997), commedie romantiche come Hacker (2002) o Salvo per miracolo (2004),
serie televisive come Punto di vista (1980); Zaorski è anche uno dei primi
registi in Polonia ad aver girato telenovele (Złotopolscy, 1997-1998). Il
regista ha sempre cercato di mescolare le convenzioni, gli stili e i generi
cinematografici in opere singolari, che a volte danno luogo a una divertente
varietà di interpretazioni: basti ricordare il film Il baritono, realizzato nel
1984, interpretato sia come un serio fare i conti con la storia e la condizione
di grande autore, sia come un tentativo di sottrarsi alla convenzione di
serietà, si potrebbe dire persino di “responsabilità” del suo sguardo sul
mondo, imposta dai precedenti film. Un critico cinematografico polacco,
recensendo un film di Zaorski, rimproverava all’opera di rimanere “nel mezzo”.
Si potrebbe dire in realtà, ma in positivo, che l’intero corpus di opere di
Zaorski costituisca un "cinema nel mezzo". Non sempre stare a metà produce
buoni effetti, ma Janusz Zaorski ha dimostra di esserne capace. Basti guardare il
capolavoro La madre dei Re, un film sulla Polonia, il comunismo, l'hitlerismo e
lo stalinismo, ma visto attraverso gli occhi di una donna semplice, Łucja Król,
magistralmente interpretata da Magda Teresa Wójcik. Il film valse a Zaorski l’Orso d’Argento al Festival di Berlino nel
1988.
L’evento si svolge all’interno della rassegna
A QUALCUNO PIACE CLASSICO ed è promosso da Centro Sperimentale di
Cinematografia – Cineteca Nazionale, Azienda Speciale Palaexpo, La Farfalla sul
Mirino, in collaborazione con Istituto Polacco di Roma, Fondazione Cineteca
Italiana (Milano)
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