venerdì 26 ottobre 2018

POLONIA. VIAGGIO NEL TEMPO A RITMO DI MAZURKA

Mercoledì, 21 novembre, ore 19.00
Istituto Polacco di Roma
(Via Vittoria Colonna 1, Roma - Ingresso libero sino a esaurimento posti)
 
"Polonia. Viaggio nel tempo a ritmo di mazurka"
 
Scelta e interpretazione delle musiche: Michele Sganga  
Scelta dei testi: Monika Woźniak
Letture: Giovanni Grego




Come vedevano la Polonia gli italiani che vi si recavano negli ultimi due secoli? Com’è cambiato il loro modo di viaggiare da allora ad oggi? Quali percorsi culturali e musicali intraprendevano per avvicinarsi alla Polonia? Scopriamolo affidandoci ai testi dei viaggiatori e alle note originali di un’antologia di mazurke proposte al pianoforte da Michele Sganga.
Fin dal suo primo apparire nelle suite di autori tedeschi e svedesi del Seicento, con l’indicazione generica di “danza polacca” o “Polacca”, la mazurka si è conquistata la fama di essere la forma che più d’ogni altra riassume ed esprime lo spirito della sensibilità musicale in Polonia. Lo stesso inno nazionale, la Mazurka di Dąbrowski, è lì ad avvalorare questo assunto. Quello del “tempo di mazurka” – attraverso i secoli e sino ai nostri giorni – è divenuto infatti il genere di danza prediletto, in cui i musicisti hanno sperimentato e compiuto un autentico processo di sintesi e cristallizzazione dello “stile polacco” tout court. E se da un lato ciò è avvenuto specialmente ad opera dei massimi compositori, primi fra tutti Fryderyk Chopin e Karol Szymanowski, dall’altro non meno importante è stato il contributo di compositori minori, se non addirittura di dilettanti e amatori (numerosissimi!), che di quello stile nazionale costituiscono la continuità storica e il tessuto connettivo.
Si consideri inoltre che il nome di questa danza, nelle sue occorrenze originarie (mazur, mazurek), ha direttamente o indirettamente a che fare con regioni della Polonia centro-settentrionale quali Masovia e Masuria. Pertanto la mazurka si fa anche “geograficamente” luogo ideale dal quale partire, per un viaggio che si snodi nel tempo e nello spazio, lungo un itinerario qui volto ad unire in particolare Italia e Polonia (“Marcia, marcia Dąbrowski / dalla terra italiana alla Polonia!”). In verità, assieme alla musica, è il racconto scritto dei tanti viaggiatori fra le due nazioni a profilare meglio i reali contorni geografici del nostro percorso. A farci da guida sono infatti quegli scrittori, anche qui noti e meno noti, che nell’arco di circa due secoli – in una selezione di brani inevitabilmente assai circoscritta – hanno prodotto una sconfinata “letteratura di viaggio”, in questo caso di italiani in Polonia. Ecco quindi che un Viaggio nel tempo, a ritmo di mazurka viene con grande naturalezza accompagnato da una scelta musicale che abbraccia in parallelo lo stesso arco temporale. Musica e parole si fondono così in un ideale, ininterrotto giro di danza tra due nazioni e culture amiche da sempre.

Michele Sganga 
Diplomato con lode in pianoforte a “Santa Cecilia”, ha proseguito presso lo stesso Conservatorio romano anche gli studi di composizione. Vincitore di premi nazionali e internazionali di esecuzione pianistica, tiene abitualmente concerti in Italia e all’estero, sia come interprete classico che con sue composizioni. Dal 2013 al 2015 ha collaborato annualmente con Paolo Terni al ciclo “Il respiro della musica” per il festival ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi “La Milanesiana”, di cui è ospite fisso ogni anno da allora. Fra le produzioni più degne di nota, i due album solisti Animale Musicale - Biodiversità al pianoforte (2011) e Le ragioni del canto: Franz Liszt (2013), la colonna sonora del documentario Il testimone passato (Rai Storia 2015), le musiche per gli spettacoli La casta morta (2015) e Anamoni (2017). Tra i recital pianistici: EuroPiano (apertura della stagione 2014-2015 della Filarmonica di Cracovia), Quo vadis? (2016), con sue musiche originali, Magnificat (2017). Nel marzo 2018 Sinfonica Edizioni ha pubblicato partitura e CD delle sue Biologie per chitarra. Laureato con lode in Storia della musica alla Sapienza di Roma, ha al suo attivo diverse pubblicazioni su Chopin, Rossini, Nono e Tarkovskij, nonché testi divulgativi sull’opera lirica.



Giovanni Greco
Laureato in lettere classiche presso la Sapienza e in regia presso l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’, specializzato in regia presso la Guildhall School of Music and Drama di Londra, dottore di ricerca in Filologia e Storia del Mondo Antico alla Sapienza con tesi sulla traduzione dei classici teatrali antichi, è attore, regista, traduttore (ha pubblicato, tra lʹaltro, Vuoti di T. Harrison con Einaudi nel 2008 e con Feltrinelli Antigone di Sofocle. Introduzione, traduzione e note nel 2013; Lisistrata di Aristofane. Introduzione, traduzione e note Feltrinelli 2016). Ha al suo attivo molti testi (tra cui Teatri di pace in Palestina, libro e dvd, ed. manifestolibri nel 2005) e regie teatrali in Italia e all’estero. 
Il primo aprile 2014 ha presentato il suo primo lungometraggio La casa di Bernarda Alba. Appunti per un film in collaborazione con Gianluca Riggi e il Centro Teatro Ateneo della Sapienza. Ha inoltre coordinato la direzione artistica del Teatro del Lido di Ostia dal 2003 al 2008. Ha curato per il progetto Theatron‐Teatro antico alla Sapienza traduzione, regia e messa in scena di Antigone di Sofocle (2008/2009), Baccanti di Euripide (2009/2010), Medea di Euripide (2010/2011) e Lisistrata di Aristofane (2011/2012). 
 
Dall'a. a. 2013/2014 insegna Recitazione in versi presso l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica 'Silvio D'Amico' e presso i due Master in drammaturgia e critica giornalistica dell'Istituzione. Insegna Teatro inglese al Master in traduzione e sottotitolaggio di audiovisivi dell'Università degli studi internazionali di Roma.

Il suo romanzo Malacrianza, già vincitore del Premio Italo Calvino 2011, è stato finalista al Premio Strega 2012 e al Premio Viareggio 2012. Del 2014 è il suo nuovo romanzo L'ultima madre (Feltrinelli Indies).




Evento organizzato dall’Ente Nazionale Polacco per il Turismo a Roma.




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